Come siamo arrivati alla figura dell’O.S.S.?

Per comprendere al meglio, come si è giunti all’attuale figura dell’ Operatore Socio Sanitario (O.S.S.), è necessario passare rapidamente in rassegna tutta l’evoluzione    storico-normativa.

  • L’AUSILIARIO PORTANTINO

Istituito con il Dpr n. 128/69: la figura Ausiliario-portantino e’ storicamente presente negli ospedali ed ha sempre svolto mansioni esecutive e semplici. Prevalentemente: pulizia ambienti – trasporto materiale – prestazioni manuali.

  • L’AUSILIARIO

Il successivo contratto dì lavoro del 1979 distinse con precisione “l’addetto esclusivamente alle mansioni di pulizia” con inquadramento al 1° livello retributivo. L’attività era caratterizzata da una:
– Autonomia operativa nei limiti dell’esecuzione delle prestazioni proprie, soggette a controllo diretto;
– Responsabilità limitata alla corretta esecuzione delle prestazioni nell’ambito delle istruzioni ricevute.

  • L’AUSILIARIO SOCIO SANITARIO

Nel periodo successivo, si è avvertiva l’esigenza di definire una figura distinta da questa, con una propensione assistenziale verso il paziente.
Nel 1980 con I’ ANUL (Accordo Nazionale Unico del Lavoro per il personale Ospedaliero) si distinsero due figure di ausiliario:

• l’ausiliario socio sanitario (con un breve corso di addestramento gli vennero ampliate le competenze ed inquadrato al 2° livello retributivo) e si occupava delle:                                                                                    – attività alberghiere
– rispondere ai campanelli, portare pappagalli, padelle, rifare i letti non occupati.

  • L’AUSILIARIO SOCIO SANITARIO SPECIALIZZATO

(Con un ulteriore corso di addestramento gli vennero ampliate le competenze ed inquadrato al 3° livello retributivo) e si occupava della:
– attività alberghiera;
– pulizia della stanza del paziente;
– trasporto degli infermi ed accompagnamento dei deambulanti con difficoltà;
– collaborazione con il personale infermieristico nella pulizia dell’ammalato allettato e nelle manovre di posizionamento nel letto;
– responsabilità della corretta esecuzione dei compiti che gli sono stati affidati dal Caposala o dall’Infermiere Professionale di turno;
– partecipazione alla programmazione degli interventi assistenziali per il paziente.

  • OPERATORE TECNICO ADDETTO ALL’ASSISTENZA (O.T.A.)

Il D.P.R. 28 novembre 1990 N° 384 ne istituisce la qualifica, il D.M. 295/91 ne regolamenta i corsi di qualificazione.
Opera sotto la diretta responsabilità del Caposala o dell’Infermiere Professionale per quanto attiene ai compiti assistenziali.
Una certa autonomia viene a lui concessa solo per quanto attiene le mansioni alberghiere.
La nascita di questa figura trova la sua ragione nella complessità del lavoro assistenziale che risente dei progressi tecnico-scientifici e delle richieste di cura di una popolazione sempre più anziana e affetta da più patologie concomitanti (miglioramento della qualità della vita).
Le vere uniche mansioni di carattere assistenziali espletate in collaborazione e su indicazione dell’infermiere sono solo tre:
• rifacimento del letto occupato
• igiene personale dei paziente
• posizionamento e mantenimento delle posizioni terapeutiche
in collaborazione= presenza di un infermiere professionale (attività assistenziali svolte da almeno 2 operatori).
su indicazione= il termine riconduce al concetto della delega di specifiche attività da parte dei personale infermieristico.

  • L’OPERATORE SOCIO SANITARIO (O.S.S.)

La figura dell’O.T.A. si è dimostrata non adeguata sia per i limiti derivati dali’ambito di competenza, solo sanitaria, sia per il suo scarso inserimento nelle strutture socio-sanitarie.
Così, dopo dieci anni, nasce un’altra figura: l’Operatore Socio Sanitario. Le motivazioni possono essere così enunciate:
1. La crescita della domanda sanitaria, determinata da una serie di elementi:
– l’aumento della popolazione anziana,
– l’evoluzione scientifica e tecnologica;
– domande di prestazioni sempre più qualificate
2. La carenza del numero di Infermieri.
3. Lo sviluppo della Professione Infermieristica con un accrescimento del patrimonio delle conoscenze grazie anche alla formazione universitaria.