Preparazione della salma, il ruolo dell’infermiere e dell’Oss

Composizione salma, mansioni dell’Oss e responsabilità dell’infermiere.

La composizione della salma richiede l’intervento concertato di infermiere ed Oss, i quali dovranno tenere in considerazione anche gli aspetti religiosi e culturali del defunto per prendersi cura in maniera globale fino in fondo dell’assistito.

“L’infermiere sostiene i familiari e le persone di riferimento dell’assistito, in particolare nella evoluzione terminale della malattia e nel momento della perdita e della elaborazione del lutto”. Recita così l’articolo 39 del Codice deontologico degli infermieri approvato nel 2009. Si tratta di un impegno, una missione, una promessa. Quella di prendersi cura di chi necessita di attenzioni fino alla fine dei suoi giorni. E anche dopo. Ed è di questo dopo che parleremo. Di come infermieri e ormai sempre più spesso il personale di supporto come gli OSS, sono tenuti a preparare un corpo dopo la morte.

Il decesso, ricordiamo, va constatato dal medico rilevando alcuni parametri come la cessazione del respiro, dell’attività cardiaca e neuro-muscolare. A seguire, la prima cosa da fare è avvisare i parenti del deceduto e poi iniziare con le cure igieniche.

Un’azione che va eseguita entro le prime tre ore dalla morte, prima che compaia il rigor mortis e tenendo conto del credo religioso e dei riti culturali del defunto e della sua famiglia. A tal proposito, vanno raccolti tutti gli oggetti personali e consegnati a quest’ultima. Il defunto va messo in posizione supina, senza incrociare gli arti, che vanno, al contrario, allineati, mentre solo l’infermiere può rimuovere eventuali flebo e cateteri. Sempre l’infermiere deve mettere in ordine eventuali medicazioni e accertare che al polso vi sia cartellino di riconoscimento.

Successivamente si inizia con l’igiene vera e propria, che consiste nel tappare con del cotone tutti gli orifizi per evitare che le perdite possano fuoriuscire dal corpo e posizionare un pannolone. La cute deve essere detersa accuratamente eliminando residui di tracce ematiche, di urina, feci o di qualsiasi altra sostanza. Prima che il corpo diventi rigido è importante cercare di mantenere la bocca chiusa utilizzando un supporto rigido posto sotto al mento.

Infine, va cambiata la biancheria del letto e il corpo va coperto con un lenzuolo, rimanendo in osservazione in reparto per due ore prima che venga trasferito in obitorio. A differenza di ciò che spesso viene visto fare, non va messo nessun cerotto per tenere il lenzuolo che avvolge la salma.

Per una movimentazione corretta del corpo sulla lettiga è meglio stendere due traverse sotto il lenzuolo pulito, una all’altezza delle spalle e l’altra sotto le gambe. Meglio ancora se questa manovra è fatta con l’utilizzo della tavola ad alto scorrimento.

La salma non va mai lasciata incustodita e, nel caso il decesso avvenga in ospedale, va rispettata la sua privacy utilizzando un paravento o spostandola in un luogo isolato.

Alla fine, l’Oss deve preoccuparsi di pulire e disinfettare la camera.

A questo punto è importante fare un piccolo passo indietro ai riti religiosi che l’Oss è tenuto a conoscere e rispettare per sapere quanto meno se può procedere o meno con le cure igieniche ed evitare di incappare in fastidiose controversie. Per verificare il credo religioso del defunto è possibile visionare la cartella clinica o eventualmente chiedere ai famigliari per ulteriori conferme. Se la persona defunta era di professione cattolica è necessario chiamare un sacerdote e l’Oss può procedere con l’igiene. Anche nel caso il defunto fosse protestante, buddista o testimone di Geova, l’operatore socio sanitario può effettuare l’igiene. Se invece era di religione islamica, sia la pulizia del corpo che la preparazione sono effettuate dalla famiglia. Se il defunto era ebreo, bisogna chiamare i parenti che affideranno la pulizia ad una commissione specifica.


Fonte: Nurse24.it