Gravi disagi per gli OSS alla ASP di Messina

Gravi disagi per i nuovi OSS assunti dalla ASP di Messina

ASP di Messina: Scoppia il caso degli Operatori socio sanitari “facchini” all’ospedale di Taormina.

TAORMINA – In ritardo di anni arrivano gli OSS anche all’ospedale di Taormina. Sono i 47 nuovi operatori socio sanitari giunti alla ASP di Messina da tutta Italia attraverso un bando di mobilità regionale e interregionale.

Quella che sembrava un’ottima notizia rischia però di trasformarsi in una vera e propria beffa perché stando a quanto denunciato da loro stessi, i nuovi operatori socio sanitari vengono impiegati impropriamente per attività di facchinaggio e magazzino.

La denuncia ricevuta dalla nostra redazione da parte di alcuni colleghi OSS che pur volendo rimanere anonimi temendo ripercussioni, non usano mezzi termini è chiara ed inequivocabile: Ci usano come facchini! Dobbiamo scaricare quotidianamente interi bancali dai camion, movimentarli e trasportarli fino nei reparti. Veniamo impiegati prevalentemente in attività che poco o nulla hanno a che fare con il nostro profilo professionale. Non siamo operai ne tantomeno facchini. E già abbiamo interpellato i sindacati. Dopo anni di sacrifici in giro per l’Italia e dopo aver accumulato esperienze preziose in grandi ed importanti aziende ospedaliere del nord, non possono trattarci così.

Paradossale: è il commento del segretario provinciale FIALS Domenico La Rocca, da sempre vicino agli operatori, che la nostra redazione ha interpellato in merito, che aggiunge: è assolutamente inaccettabile che alcuni operatori socio sanitari, naturalmente destinati ad operare, collaborare e cooperare con gli infermieri, siano invece destinati a mansioni del tutto improprie, venendo impiegati come magazzinieri o peggio facchini.

Ci è stato riferito che alcuni OSS hanno dovuto provvedere di propria iniziativa all’acquisto di calzature antinfortunistica tipiche dei magazzinieri della logistica. Alcuni hanno dovuto imparare ad utilizzare il transpallet per la movimentazione di bancali pesanti diversi quintali.

Tutto questo rappresenta una vera e propria aberrazione. L’operatore nasce come figura di supporto al processo di assistenza infermieristica. E’ una figura fondamentale che deve essere impiegato nel rispetto del proprio profilo professionale nato con la conferenza Stato-Regioni del 22 febbraio 2001.

Davvero i dirigenti ASP confondono gli OSS con gli addetti ai magazzini o pensano davvero di poter utilizzare i propri dipendenti in maniera impropria andando a sopperire di volta in volta le carenze nella dotazione organica?!

In virtù di quanto esposto, chiediamo dunque all’ASP di Messina un incontro urgente e l’apertura di un tavolo paritetico per la stipula immediata di un protocollo per l’inserimento dell’operatore socio sanitario e annunciamo fin da adesso iniziative di lotta per la tutela sia degli operatori che degli infermieri perché dopo anni di attesa vedono sottrarsi una figura preziosa che deve stare al loro fianco.

Petizione per la costituzione del Tribunale della Salute, crescono i consensi

Stefano De Lillo (Agenas): «Ottima idea per rinnovare il rapporto di fiducia nei confronti della classe medica».

«La stragrande maggioranza dei contenziosi si risolvono in un nulla di fatto – specifica il presidente – I nostri medici sono tra i migliori a livello internazionale. Fondamentale trasmettere questo messaggio ai cittadini, per questo ho firmato petizione».

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Infermieri e OSS non sono bersagli, stop alle aggressioni

Violenza contro operatori sanitari, Fnopi: L’infermiere non è un bersaglio.

Infermieri e OSS non sono bersagli, non sono un capro espiatorio, non sono un contenitore inerme dove riversare rabbia, frustrazione ed inefficienze del sistema. Lo scrive a chiare lettere la Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), che sollecita il coinvolgimento delle Regione nell’arginare il fenomeno delle aggressioni nei confronti dei professionisti sanitari.

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Potenza, calci e pugni ai disabili

La denuncia di una mamma: Su mio figlio ematomi e graffi.

Otto arresti, cinque divieti di dimora e due interdizioni alla professione. Tra gli indagati anche un prete. In totale sono quindici le ordinanze di misure cautelari eseguite dai carabinieri nel Nas di Potenza per disposizione del Gip del capoluogo lucano nell’ambito dell’inchiesta per ripetuti e violenti maltrattamenti su disabili ospiti della struttura riabilitativa dei Padri Trinitari di Venosa, che operano in Basilicata da 50 anni.

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