Quanto resiste il coronavirus sulle superfici?

Sappiamo che i coronavirus restano attivi fuori dagli organismi almeno per ore, in alcuni casi giorni: per questo è importante pulire le superfici e lavarsi le mani.

Il nuovo decreto del governo per il “contenimento e la gestione” dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus approvato domenica prevede, tra le altre cose, “interventi straordinari di sanificazione dei mezzi” del trasporto pubblico in tutta Italia. Provvedimenti simili sono stati assunti in altri paesi dove i contagi sono in aumento e sono considerati un’utile precauzione, in attesa di sapere con maggior chiarezza per quanto tempo riesca a rimanere attivo il coronavirus sulle superfici all’esterno di un organismo.

Virus e superfici
In generale, i virus restano attivi per diverso tempo dopo che sono usciti da un organismo e prima di infettarne un altro (in questa condizione sono virioni, particelle indipendenti). Questa capacità varia notevolmente a seconda dei tipi di virus e naturalmente delle condizioni ambientali.

Quelli che interessano le nostre vie aeree, come l’attuale coronavirus, si diffondono attraverso le piccole gocce di saliva che produciamo quando parliamo, tossiamo e starnutiamo. Queste goccioline possono raggiungere direttamente un’altra persona, causando il contagio, oppure possono depositarsi sulle superfici o essere depositate dall’infetto, per esempio se tocca qualcosa dopo essersi tossito o starnutito nella mano.

Le superfici più esposte sono quelle toccate più di frequente da molte persone, come le maniglie delle porte, le pulsantiere degli ascensori o i sostegni cui aggrapparsi sui mezzi del trasporto pubblico. Toccandoli, si può entrare in contatto con il virus depositato inconsapevolmente da qualcun altro: riesce poi a farsi strada nell’organismo, se per esempio ci si tocca la faccia (occhi, naso, bocca) con le mani sporche.

Quanto resistono i coronavirus sulle superfici
Da un paio di mesi migliaia di ricercatori in tutto il mondo stanno studiando le caratteristiche del coronavirus che causa la COVID-19, malattia che ha ormai interessato oltre 90mila persone, soprattutto in Cina dove sono stati registrati i primi casi alla fine del 2019. Oltre a studiare il modo in cui il virus si replica negli organismi, alcuni ricercatori hanno iniziato a compiere test ed esperimenti per valutare il tempo di quiescenza del coronavirus all’esterno degli organismi (cioè per quanto resiste prima di non essere più pericoloso).

Una risposta definitiva non è stata ancora trovata, ma una ricerca ha messo a confronto gli studi più rilevanti sui coronavirus condotti in passato, per identificare un arco temporale di massima. L’analisi delle 22 ricerche ha messo in evidenza che il coronavirus che causa la SARS, e che ha diverse cose in comune con quello attuale della COVID-19, può rimanere attivo su superfici poco porose come metallo, vetro e plastica fino a 9 giorni. Il coronavirus che causa la MERS ha capacità simili, così come altri coronavirus che infettano gli animali e non gli esseri umani.

E l’attuale coronavirus?
Non è ancora completamente chiaro quanto duri l’attuale coronavirus sulle superfici, ma ci sono comunque indizi consistenti sul fatto che possa rimanere attivo per diverso tempo fuori dagli organismi.

Quando sono stati registrati alcuni casi da coronavirus a Hong Kong in un tempio buddista, le autorità sanitarie locali hanno raccolto campioni da maniglie, lavandini e altri oggetti, sui quali è poi risultata la presenza del virus. Era quindi passato diverso tempo dal momento in cui le superfici erano state infettate, anche se non sappiamo di preciso quanto.

Le variazioni delle condizioni ambientali possono influire molto sulla capacità dei coronavirus di resistere sulle superfici, condizione che rende più complicate stime e previsioni sulla loro durata.

Disinfezione
Come molti altri virus, anche il coronavirus ha una scarsa capacità di resistere agli agenti disinfettanti più comuni per le superfici. È sufficiente una soluzione contenente tra il 60 e il 70 per cento di etanolo (alcol etilico) per inattivare il coronavirus, oppure l’impiego di una soluzione di acqua ossigenata allo 0,5 per cento o di candeggina (sodio ipoclorito) allo 0,1 per cento.

Superfici che appaiono pulite
Una maniglia o il tasto di un ascensore che appaiono puliti e luccicanti possono ugualmente ospitare sulla loro superficie il coronavirus, o altri tipi di virus e batteri. Come abbiamo visto, è sufficiente che queste superfici siano state toccate da una persona infetta e che aveva le mani sporche per contaminare.

In linea di massima: un oggetto può essere contaminato a prescindere da quanto appare pulito.

Sanificazione
La pulizia periodica delle superfici nelle aree comuni, siano mezzi pubblici o uno sportello alle Poste, consente di ridurre il rischio di entrare in contatto con il coronavirus e quindi la possibilità di ammalarsi di COVID-19. Una pulizia accurata di un autobus o di un vagone della metropolitana può fare la differenza, anche se il lavoro più grande (ma non così faticoso) spetta a noi.

Lavarsi le mani
Il sistema più valido e consigliato dalle autorità sanitarie per ridurre il rischio di contagio, da coronavirus ma più in generale da qualsiasi malattia infettiva, è lavarsi spesso e bene le mani. Non servono saponi antibatterici o disinfettanti di altro tipo: è sufficiente utilizzare acqua e sapone, avendo la pazienza di lavarsi le mani per almeno 20 secondi. Lo abbiamo spiegato più estesamente qui, e con il video qui sotto.

Come lavarsi le mani in un bagno pubblico per ridurre il rischio di infezioni, secondo le istruzioni dell' Organizzazione Mondiale della Sanità (è una cosa che dovremmo imparare tutti, e non solo contro il nuovo #coronavirus)

Pubblicato da il Post su Sabato 22 febbraio 2020

Korian porta “Fermata Alzheimer” dagli operatori socio-sanitari

Korian, leader in Europa nei servizi di assistenza e cura, continua il suo tour per sensibilizzare sulle demenze, che colpiscono solo in Italia 1 milione e 200 mila persone e 50 milioni nel mondo. Dopo le tappe nelle piazze di tutta Italia, da Treviso a Bari, che si sono concluse il 27 settembre, il Gruppo porta il progetto “Fermata Alzheimer” anche dagli operatori socio-sanitari.

Fonte: Altraetà

Vivere l’esperienza di chi convive con l’Alzheimer 

L’idea di Korian è usare la tecnologia per aumentare la consapevolezza sul morbo di Alzheimer. Forte della sua competenza nella gestione di pazienti con demenza, il gruppo ha ideato un’esperienza che, sfruttando la tecnologia dei visori multimediali, proietta le persone in una realtà parallela, quella della malattia.

Con il contributo di un visore 3D, circa 200 operatori a Bologna (Forum Non Autosufficienza) e altrettanti a Firenze (Forum Risk Management) hanno potuto vivere in prima persona cosa significa essere affetti da questa patologia. Un totale di 400 operatori socio-sanitari coinvolti, che hanno potuto comprendere meglio la realtà degli assistiti a cui prestano le cure. Un modo innovativo per diffondere la conoscenza sul tema e promuovere un contatto più umano tra operatori e malati.

Quella del visore è stata un’esperienza che ha toccato subito la mia sfera emotiva, uno strumento molto utile per sensibilizzare soprattutto chi come me lavora in questo ambito e tende a fermare l’abitudine a trattare con un paziente e a tornare a parlare prima di tutto con una persona” – ha dichiarato Marco, operatore sociosanitario di Bologna.

“Ringrazio Korian per aver fatto un uso intelligente della tecnologia, che così, anziché alienare, umanizza e sensibilizza”- ha aggiunto Francesco, di Parma.

Il concetto di positive care 

L’approccio di Korian prende il nome di Positive Care ed è stato sviluppato dai team di lavoro oltre 15 anni faPer l’Alzheimer e le demenze, il Gruppo dispone in Italia di 17 centri specializzati dotati di un nucleo protetto e di due Centri Diurni Integrati appositamente dedicati. In tutte queste strutture vengono offerte ai malati le condizioni necessarie di tutela e gli stimoli riabilitativi adeguati alle loro capacità cognitive e funzionali.

Uno dei punti cardine della Positive Care è sviluppare progetti di terapia non farmacologica. Il metodo si ispira al lavoro della neuropsichiatra ed educatrice Maria Montessori e fa suo il concetto montessoriano di “aiutami a farlo da solo”. Essere indipendente in questo approccio è in primo luogo una questione di essere in grado di scegliere autonomamente.

Il progetto prevede anche il coinvolgimento dei familiari e dei caregiver, che divengono centrali per la cura del loro caro, al fine di stimolare una partecipazione attiva che concretizzi il concetto di “umanizzazione delle cure”. Il Positive Care si avvale anche di innovative soluzioni architettoniche e di design appositamente studiate per migliorare le condizioni di vita quotidiana dei pazienti.

Altraetà si è già occupata del progetto. Leggi gli articoli: Fermata Alzheimer, l’esperienza innovativa di Korian che sensibilizza sulle demenze e Fermata Alzheimer: tappa genovese per il tour di Korian che sensibilizza sulle demenze.

Concorso per 8 OSS – Venezia

Scade l’11 luglio 2019

ANTICA SCUOLA DEI BATTUTI – ENTE PER LA GESTIONE DI SERVIZI ALLA PERSONA – MESTRE (VE)

È indetto un bando pubblico. per titoli ed esami, per la copertura di n° 8 posti di “Operatore Socio Sanitario ” a tempo pieno ed indeterminato, con attività lavorativa da svolgersi nelle sedi dell’Antica Scuola dei Battuti di Venezia Mestre.

Leggi tutto “Concorso per 8 OSS – Venezia”