Dopo emergenza Covid-19 tutti uniti in sciopero

“Tutti uniti in un giorno di sciopero sotto un’unica bandiera, quella Italiana.” È la proposta lanciata da Shc Oss e Federazione Migep a infermieri, medici, oss, tecnici, amministrativi, volontari della Cri e della Croce verde e cittadini. “Una giornata di lotta tutti insieme – scrivono – per un riconoscimento a tutti i professionisti che oggi sono in prima linea e combattono una battaglia su più fronti.”

Migep-Shc: dopo emergenza Covid-19 tutti uniti in un giorno di sciopero

“Una giornata di lotta tutti insieme alla fine dell’emergenza e in sinergia con tutte le professioni del sistema salute sotto un’unica bandiera, quella Italiana, a Roma per un riconoscimento a tutti i professionisti che oggi sono in prima linea e combattono una battaglia su più fronti.”

È questa la proposta lanciata da Shc Oss e Federazione Migep a infermieri, medici, oss, tecnici, amministrativi, volontari della Cri e della Croce verde e cittadini. “Tutti – scrivono in una lettera – debbono allearsi per rinnovare il Ssn, tutti sotto un’unica bandiera quella Italiana a Roma in un unico sciopero nazionale. Auspichiamo un coinvolgimento dei vostri enti per questa giornata, necessaria per tutte le professioni nel post-emergenza, stabilendo insieme una data unica poiché pensiamo che ora più che mai gli Ordini e i sindacati di categoria debbono alzare l’asticella perché resterà nella storia che infermieri, Oss, Asa, Osa, Medici, Infermieri Generici, Puericultrici e altre figure, hanno combattuto in prima linea a costo della vita.”

“Tutti gli operatori della sanità e del socio sanitario, nessuno escluso, si stanno prodigando oltre ogni limite al fine di arginare questa pandemia – continua la lettera – l’opinione pubblica che sovente in passato ci vedeva come causa di una cattiva sanità, ora ci definisce eroi. Non siamo eroi. Semplicemente siamo delle persone come tante altre, con i propri pregi e difetti, che, ciascuno per il proprio ruolo e profilo di competenza, cercano di fare al meglio il proprio lavoro, affrontando, ogni giorno, le conseguenze degli spasmodici tagli che negli ultimi 15 anni sono stati fatti, indiscriminatamente, alla nostra sanità.”

“Ci troviamo tutti sulla medesima barca. Perché non remare tutti insieme contemporaneamente e far rotta verso il medesimo porto?”

“Perché non fare fronte comune e cercare, tutti insieme, medici, infermieri, infermieri generici, puericultrici, oss, asa, osa, tecnici, e altre figure di intraprendere un’unica e sola rivendicazione corale contro il proseguimento di una politica che ha massacrato la sanità e le cui conseguenze, da sempre denunciate, oggi il coronavirus ha messo ben in risalto ed evidenza.”

“Questo risultato scellerato era ben chiaro, ed altresì a tutti gli operatori assistenziali. Ora lo è anche per il cittadino utente. Noi stessi operatori viviamo un dramma doppio: prima come lavoratori del settore poi anche come cittadini utenti. La storia ci ha insegnato che nei momenti difficili e bui si è sempre costituito un fronte comune per lottare. Uniti si vince, divisi si perde sempre. Divisi abbiamo perso delle battaglie i cui esiti oggi sono sotto gli occhi di tutti. Ora proviamo ad unirci insieme e a vincere la guerra.”

#iononcisto, gli Oss chiedono migliori condizioni operative

Gli OSS incroceranno le braccia il 9 aprile per ricordare i colleghi che hanno perso la vita per il Covid-19 e per chiedere migliori condizioni di lavoro. A farlo sapere sono la Federazione MIGEP e il sindacato SHC, che in un comunicato annunciano #Iononcisto: “la prima giornata nazionale dove gli OSS OSA, ASA, Infermieri Generici, Puericultrici incroceranno le braccia per tre minuti alle ore 11.00”

#Iononcisto, l’iniziativa Migep e SHC

È un messaggio diretto a tutti i politici quello lanciato da Migep e SHC, con “l’intento di far sentire la nostra voce e dare un peso alle nostre istanze a tutela di quel diritto alla salute che purtroppo, troppo spesso, nel corso di questa emergenza, ha sfiorato i connotati della pura retorica.”

Il riferimento, in particolare, è alla “carenza di DPI e alla trascuratezza dei tamponi” che sta caratterizzando il contesto assistenziale nel corso dell’emergenza Covid-19. “Noi operatori sanitari e socio sanitari – scrivono da Migep e SHC – abbiamo continuato a prestare tutto il nostro apporto nel tentativo di mettere fine a questa emergenza. Ora con questo piccolo gesto vogliamo ricordare che la battaglia non è ancora finita e che continueremo a garantire quel servizio che, anche se talvolta in condizioni precarie, non è mai venuto meno”.

Giovedì 9 aprile gli operatori socio sanitari e sanitari di tutta l’Italia si fermeranno per tre minuti a braccia conserte, lo faranno per ricordare tutti i colleghi venuti a mancare per il Covid-19, per ricordare tutti i cittadini che hanno perso la vita nel corso di questa emergenza e per rivendicare la tutela dei lavoratori.

“Noi continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto dal principio di questa emergenza – continua il comunicato – ma chiediamo ad alta voce che le Istituzioni si impegnino per garantirci le migliori condizioni operative: dispositivi di Protezione Individuale (DPI) idonei e sufficienti, screening di tutto il personale sanitario e socio-sanitario, estensione dell’indennità di malattie infettive a tutti, aumento degli organici e superamento della logica del minutaggio, commissione parlamentare di inchiesta per far giustizia a quelli di noi che hanno perso la vita senza avere colpe.”

SONO UN OSS…

Sono un OSS, non semplicemente OSS, ma un operatore socio sanitario.

La figura dell’OSS nasce nel 2001 con l’accordo Stato-Regioni, Province autonome Trento e Bolzano. Tramite corso di formazione professionale, con personale qualificato nel settore sanitario, docente universitari; vengono formate delle persone alle quali viene rilasciato un attestato di qualifica, non un semplice attestato , ma un qualcosa che apre le porte professionalmente ed umanamente verso un mondo lavorativo che si impara a conoscere e ad amare ogni singolo giorno entrando in una realtà vera e straordinaria.

Partiamo dal fatto che prima della figura dell’OSS c’erano altre figure (alcune di esse ancora esistenti) i vecchi ausiliari, gli OTA, gli OSA, l’infermiere generico stesso è una figura ormai quasi inesistente.

La nostra figura, OSS, si è evoluta negli anni, con competenze più responsabili e mirate al sostegno di quelle figure sanitarie ed universitarie; infermieri, medici, ostetriche e così via.

Si parla di evoluzione della figura, ma su alcuni contesti la parola evoluzione è sconosciuta o si finge di non conoscerla, soprattutto al SUD.

NOI OSS, QUESTI SCONOSCIUTI.

Chi sono? Chi siamo? Che ruolo rivestiamo?

Siamo come formiche silenziose, diventate disponibili per il benessere Psico-Fisico del persone assistite. Capace di: perseguire un obiettivo da raggiungere insieme all’equipe di appartenenza, di applicare le varie procedure apprese su indicazione dell’infermiere, di valutare se il lavoro svolto è stato o meno efficace ed in caso migliorarci.

Quello che più piace e gratifica l’essere OSS è il rapporto che si instaura col paziente, si entra e si esce dalla sua vita in punta di piedi, lo si accompagna e lo si aiuta a seconda delle sue esigenze finchè è necessario.

Il rapporto che si instaura col paziente può diventare importante poiché potrebbe permetterti di conoscere piccole variazioni nel suo stato di salute, che successivamente ti permette di comunicarlo all’infermiere.

Ciò che è importante in questo lavoro e la collaborazione tra le figure sanitarie e figure di supporto, ognuno riveste il suo ruolo con le proprie competenze e nel rispetto reciproco. Tra le competenze dell’OSS bisogna soddisfare i bisogni del paziente che per svariati motivi si ritrova a dover affrontare ricoveri, malattie, degenze a volte abbastanza lunghe. Il relazionarsi a fronte di queste problematiche è di grande importanza a fronte di tutte quelle necessità, dubbi e paure che il più delle volte non si riesce a gestire. Spesso si sente: che resposabilità ha l’OSS?  Riveste una grande responsabilità, quella di collaborare, cooperare e operare con figure professionali.

Abbiamo parlato di evoluzione, quell’evoluzione che non ha lo stesso significato per tutto il Territorio, cosicché tanti sono costretti a partire, allontanarsi dalla propria terra, dove la figura è poco conosciuta o mal conosciuta. Mentre in altre zone del Territorio questa figura è entrata a pieno ritmo e regime, dove ogni esperienza rende unica la vita lavorativa fatta di grandi sacrifici. Lasciare la propria casa, la propria famiglia, i propri figli e vivere in situazioni non sempre facili di accoglienza o adattamento sia nelle città di adozione sia nell’ambiente di lavorativo, a volte ostile nei confronti di chi arriva considerandoci come degli intrusi, degli estranei pronti a togliere il posto a qualcuno. Ambienti ostili, ma che col tempo sono diventati ambienti famigliari nei quali siamo riusciti a farci amare ed apprezzare, ma con la speranza di tornare a casa, con la speranza che anche il SUD ci accolga, riconosca e rispetti a pieno la nostra figura. Caro SUD siamo OSS, cara Sanità del SUD siamo utili anche tra le corsie dei vostri ospedali, vogliamo che conosciate al meglio la nostra collaborazione. Il pazienta ha bisogno di NOI, il sistema ha bisogno di NOI.

Imperia Di Bella