Violenza su operatori sanitari e sociosanitari. Pene fino a 16 anni e sanzioni da 500 a 5.000 euro. Le aziende dovranno costituirsi parte civile. Ecco il testo pronto per l’esame dell’Aula

Modificato il codice penale, estese le stesse pene previste nell’ipotesi di lesioni personali cagionate a un pubblico ufficiale al personale esercente una professione sanitaria o socio sanitaria nell’esercizio delle sue funzioni. Tra le circostanze aggravanti ci sarà l’avere agito in danno degli esercenti nell’esercizio delle loro funzioni. I reati di percosse e lesioni saranno procedibili d’ufficio. Queste alcune delle novità introdotte dalle Commissioni Giustizia e Affari Sociali. Il ddl è atteso in Aula alla Camera a marzo. Ecco in anteprima il testo emendato. IL TESTO

19 FEB – No alla qualifica di pubblico ufficiale a medici e personale sanitario e socio sanitario in servizio, ma sì a tutte le tutele che la qualifica di pubblico ufficiale comporta, ossia procedibilità di ufficio e aggravio delle pene per chi commette aggressioni ai loro danni. Inoltre, nei processi di aggressione nei confronti dei propri operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, le Aziende sanitarie avranno l’obbligo di costituirsi parte civile. Queste le principali modifiche apportate la scorsa settimana nel corso dell’esame, da parte delle Commissioni riunite Giustizia e Affari Sociali, al ddl contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, già licenziato dal Senato nei mesi scorsi.

Dopo alcuni giorni di attesa, ecco in anteprima il testo emendato pronto per l’esame della Camera, previsto per il prossimo marzo.

L’articolo 1 definisce l’ambito di applicazione del provvedimento, indicando quali soggetti interessati quelle professioni sanitarie e socio sanitarie individuate dalla legge Lorenzin (3/2018).
Con l’articolo 2 viene istituito presso il Ministero della salute, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. Lo stesso decreto dovrà inoltre definire la durata e la composizione dell’Osservatorio, prevedendo la presenza di rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale, delle regioni, di un rappresentante dell’Agenas, di rappresentanti dei Ministeri dell’interno, della difesa, della giustizia e del lavoro, degli ordini professionali interessati, delle organizzazioni di settore, delle associazioni di pazienti e di un rappresentante dell’Inail, nonché le modalità con le quali l’organismo dovrà riferire, annualmente, sugli esiti della propria attività ai Ministeri interessati.

Più in particolare, all’Osservatorio verranno attribuiti i seguenti compiti:
a)
 monitorare gli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
b) monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
c) promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
d) monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, anche promuovendo l’utilizzo di strumenti di videosorveglianza;
e) promuovere la diffusione delle buone prassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, anche nella forma del lavoro in équipe;
f) promuovere corsi di formazione per il personale medico e sanitario, finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti.

All’articolo 3 si prevede che il Ministro della salute dovrà promuovere iniziative d’informazione sull’importanza del rispetto del lavoro del personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria, utilizzando le risorse disponibili a legislazione vigente per la realizzazione di progetti di comunicazione istituzionale.

Si arriva così al ‘cuore’ del provvedimento. Con l’articolo 4, infatti, si va a modificare il codice penale. Più in particolare, all’articolo 583-quater del codice penale viene aggiunto un nuovo comma con il quale vengono estese le stesse pene previste nell’ipotesi di lesioni personali cagionate a un pubblico ufficiale al Personale esercente una professione sanitaria o socio sanitaria nell’esercizio delle sue funzioni o a causa di esse nonché a incaricati di pubblico servizio nello svolgimento di attività di cura, assistenza sanitaria e di soccorso. Le pene sono reclusione da 4 a 10 anni per lesioni gravi e da 8 a 16 anni per le lesioni gravissime.

L’articolo 5 introduce poi, tra le circostanze aggravanti comuni del reato, l’avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia, in danno degli esercenti le professioni sanitarie o socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni.

Inoltre, con l’articolo 6, si prevede che i reati di percosse (articolo 581 c.p.) e lesioni (articolo 582 c.p.) siano procedibili d’ufficio quando ricorre l’aggravante del fatto commesso con violenza o minaccia in danno degli operatori sanitari e socio-sanitari.

All’articolo 7 viene fatto obbligo alle Aziende sanitarie di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri esercenti le professioni sanitarie, socio-sanitarie o sociali nell’esercizio delle loro funzioni.

Tra le misure di prevenzione, disciplinate dall’articolo 8, si chiarisce che le strutture dovranno prevedere nei propri piani per la sicurezza misure volte a inserire specifici protocolli operativi con le forze di polizia, per garantire interventi tempestivi.

L’articolo 9 istituisce una “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari”, per sensibilizzare la cittadinanza ad una cultura che condanni ogni forma di violenza, da celebrare annualmente in apposita data da fissare con decreto del Ministro della salute, di concerto con i Ministri dell’istruzione e dell’università e della ricerca.

All’articolo 10 si prevedono poi delle sanzioni amministrative. Qui si spiega che, salvo che il fatto costituisca reato, chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio sanitaria o di incaricati di pubblico servizio presso strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche o private, sarà soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 5.000.

Infine, l’articolo 11 reca una clausola di invarianza finanziaria.

Giovanni Rodriquez

19 febbraio 2020

STOP Aggessioni nella Sanità, FP CGIL pubblica il vademecum

La violenza nei luoghi di lavoro è ormai riconosciuta sin dal 2002 come un importante problema di salute pubblica nel mondo (World Health Organization, 2002).

Il National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) definisce la violenza nel posto di lavoro come “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”. Gli atti di violenza consistono nella maggior parte dei casi in eventi con esito non mortale, ossia aggressione o tentativo di aggressione, fisica o verbale, quale quella realizzata con uso di un linguaggio offensivo.

Ogni anno in Italia si contano 1200 atti di aggressione ai danni dei lavoratori della sanità, che è come dire che il 30% dei 4mila casi totali di violenza registrati nei luoghi di lavoro riguarda medici infermieri ostetriche, farmacisti… insomma coloro che curano o si prendono cura dei cittadini. E nel 70% dei casi le vittime delle aggressioni sono donne. La classifica dei luoghi maggiormente colpiti dalla violenza nel 2017: al primo posto troviamo i Pronto soccorso con 456 aggressioni, seguono i reparti di degenza con 400, gli ambulatori con 320, gli Spdc con 72 atti di violenza, le terapie intensive con 62, le aggressioni al 118 sono state 41, 37 invece quelle nell’ambito dell’assistenza domiciliare, 20 nelle case di riposo e, infine, 11 nei penitenziari.

Passando alla tipologia di violenza: il 60% sono minacce, il 20% percosse, 2 il 10% violenza a mano armata e il restante 10% vandalismo. Ma chi commette violenza? Il 49% sono i pazienti, il 30% i familiari, l’11% i parenti e un 8% sono gli utenti in generale.

Le fasce orarie più a rischio sono quelle della sera e della notte e, sondando i medici, la percezione di violenza è aumentata secondo il 72% ed è in forte aumento per l’8%.

Di concreto c’è il danno economico: nel 2017 sono state 3.783 le giornate di lavoro perse, in netto aumento rispetto agli anni precedenti con 1.522 giorni di prognosi nel 2014, 2.397 nel 2015 e 3.140 nel 2016. Tradotto in soldi, nel 2017 i danni economici ammontano a 30 milioni a carico del Sistema sanitario nazionale, contro i 12 milioni del 2014.

Gli episodi di violenza nei confronti del personale sono considerati eventi sentinella perché segnalano la presenza che nell’ambiente di lavoro vi siano situazioni di rischio e vulnerabilità che necessitano l’adozione di misure di prevenzione e protezioni dei lavoratori.

Qualunque operatore sanitario può essere vittima di atti di violenza, i medici gli Infermieri e gli OSS sono quelli a più alto rischio perché sono a contatto diretto con il paziente e devono gestire una condizione in cui la componente emotiva è molto vulnerabile sia per il paziente che per i parenti, molto di più se sotto effetto di alcol e droga.

Cosa DEVE fare il lavoratore in caso di probabile aggressione? Ecco il vademecum pubblicato da FP CGIL.

Festa della donna, Margiotta (Farmaciste Insieme): «Con “Progetto Mimosa” aiutiamo le vittime di violenza»

L’idea, nata alcuni anni fa, è di allestire nelle farmacie degli angoli informativi con brochure a disposizione di donne che subiscono violenza.

La vincitrice del titolo “Farmacista dell’Anno” 2018 spiega ai nostri microfoni in cosa consiste il progetto a tutela delle donne maltrattate e quali sono le prossime iniziative dell’associazione.

Leggi tutto “Festa della donna, Margiotta (Farmaciste Insieme): «Con “Progetto Mimosa” aiutiamo le vittime di violenza»”