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Pensioni, prende corpo l’ipotesi dei 36 anni di contributi

Anticipo pensione a 36 anni di contributi nel 2019, l’ipotesi prende forza.

Riforma delle Pensioni, nuove opportunità di lavoro, riduzione delle tasse: questi i punti principali della nuova legge di Bilancio 2019 su cui sta lavorano il governo gialloverde guidato dal premier Giuseppe Conte.

Non solo reddito di cittadinanza e flat tax. La prima manovra targata Lega-M5S dovrebbe contenere anche importanti novità sul piano previdenziale. Per quanto riguarda il sistema pensionistico, infatti, il governo sta lavorando su due fronti: la quota 100 promessa dal vicepremier Salvini e le pensioni di cittadinanza volute dai Cinquestelle.

Sembra invece tramontata l’ipotesi di modificare la cosiddetta ‘Quota 41’, la misura che oggi consente di andare in pensione, indipendentemente dall’età anagrafica, una volta maturati 41 anni di contributi. Al contrario, tra le novità contenute nella prossima finanziaria vi sarebbe uno dei cavalli di battaglia del M5S, ovvero il taglio delle pensioni d’oro.

Al momento è solo un’ipotesi, ma presto potrebbe prendere corpo l’idea di anticipare la pensione con un minimo di 36 anni di contributi previdenziali. Mentre il vicepremier Matteo Salvini punta “al massimo” a 62 anni di età e 38 di contributi, al Tesoro – come riporta AdnKronos – si starebbe lavorando su 64 anni e 36 di contributi. Un’ipotesi, quella della riforma delle pensioni con ‘quota 100’ – con un minimo di 62 anni di età e 36-37 anni di contributi – che sembra prendere forza.

L’anticipo della pensione con un minimo di 36 anni di contributi interesserebbe nel 2019 una platea di circa 400mila persone in più rispetto alle regole attuali.

Durante il vertice sulla manovra che si è tenuto giorni fa a Palazzo Chigi, uno dei punti chiave tra quelli affrontati è stata la riforma delle pensioni. La Lega ha confermato la cosiddetta ‘quota 100’ (62 + 38), con l’obiettivo si superare l’attuale legge Fornero. E in un’intervista rilasciata al ‘Messaggero Veneto’, Salvini ha messo l’accento sui provvedimenti che consentiranno di smontare la legge realizzata dall’ex ministro al Welfare durante il governo Monti. La riforma del sistema previdenziale, ha assicurato Salvini, “consentirà a 300-400mila persone di andare in pensione liberando altrettanti posti di lavoro”.


Fonte: Nurse24.it