Medicina alternativa, Garlaschelli: «Quando si rischiava di diventare blu, bevendo argento colloidale»

Dopo Piero Angela, anche il divulgatore scientifico Luigi Garlaschelli parla dei pericoli della medicina “fai da te”.

«Noi del Cicap verifichiamo tutto ciò che riguarda il paranormale: le pseudoscienze, l’astrologia, i fantasmi, i tarocchi e gli ufo» spiega il chimico intervenuto al Congresso di Medicina e Pseudoscienza. Che sottolinea: «Oggi l’informazione è estremamente semplificata quanto più è amplificata dai media e tutti si illudono di avere una laurea in medicina quando tutto ciò che hanno è Internet e Google».

Quante volte abbiamo sentito dire: «Per questa malattia prova questo rimedio alternativo.  Non so se è efficace, ma sicuramente non fa male». Ma è vero che curarsi in modo alternativo sia sempre sicuro, efficace e privo di controindicazioni? Niente di più falso secondo Luigi Garlaschelli,intervistato a margine del Congresso Nazionale di Medicina e Pseudoscienza che si è svolto a Roma. Come socio e responsabile per le sperimentazioni del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze fondato, tra gli altri, da Piero Angela) si è spesso confrontato con terapie alternative di vario tipo. Ai microfoni di Sanità Informazione il noto divulgatore scientifico ha lanciato un avvertimento sui rischi di questi trattamenti: nei casi migliori si dimostrano inutili, in quelli peggiori possono provocare effetti collaterali come l’argiria, la colorazione grigio-bluastra della pelle che si può manifestare in seguito all’assunzione di argento colloidale come antibiotico “naturale”.

Perché siamo ancora così attratti dalle pseudoscienze?

«Siamo attratti dalle pseudoscienze perché, a parte i ciarlatani che ci guadagnano, la pseudoscienza offre delle soluzioni apparentemente semplici. Il corpo umano è estremamente complesso ma il fatto che qualcuno dica che il cancro si cura con il bicarbonato e il limone, ci tranquillizza. Oggi l’informazione è estremamente semplificata quanto più è amplificata dai media e tutti si illudono di avere una laurea in medicina quando tutto ciò che hanno è Internet e Google».

In cosa consiste il test del Cicap per smascherare le bufale in tema di salute ed alimentazione?

«Noi del Cicap verifichiamo tutto ciò che riguarda il paranormale: le pseudoscienze, l’astrologia, i fantasmi, i tarocchi e gli ufo. Una parte di queste persone che pensano di avere capacità paranormali si occupano anche di salute, come i pranoterapeuti. La pranoterapia è quella disciplina secondo la quale semplicemente imponendo le mani – senza neanche toccare il paziente – si guariscono molte patologie. I pranoterapeuti non sono medici, ma fanno diagnosi, ed è per questo che il Cicap interviene. In che modo? Il pranoterapeuta, bendato, deve distinguere, più di una volta, un paziente sano da quello che lui sente “malato” con i suoi poteri, semplicemente avvicinando le mani. Una cosa molto semplice e fatta alla cieca che permette di capire se lui distingue chi è malato da chi è sano perché se sbaglia è chiaro che il fenomeno non esiste, e non c’è nessun potere. Per quanto riguarda l’omeopatia, ricordo un test fatto all’Università di Parma, quando abbiamo verificato se un certo preparato omeopatico giovasse alla calcificazione delle ossa dei polli d’allevamento. Ad ogni pollo è stata fatta una tac per quantificare il livello di calcificazione. Il risultato è stato negativo: non c’era nessuna differenza tra i polli trattati con omeopatia e quelli non trattati, nonostante chi l’avesse proposto ne garantiva l’efficacia».

La medicina alternativa si può affiancare alla medicina tradizionale?

«Solo come “effetto placebo”, che è comunque importante, se il paziente ci crede e per farlo stare meglio. Bisogna ricordare che, per verificare l’efficacia di un farmaco, si confrontano un gruppo di persone a cui è stato somministrato un placebo e un gruppo che ha assunto un farmaco vero. Se ci sono differenze, abbiamo la dimostrazione che il farmaco funziona. Quindi il rischio non è seguire terapie alternative o complementari, il rischio è non seguire terapie che sono dimostrabilmente efficaci: troppo spesso veniamo a conoscenza di episodi in cui le persone muoiono perché sono state curate con omeopatia anziché chemioterapia. Questo è un pericolo per il pubblico e per i pazienti».

La medicina alternativa non deve sostituire quella tradizionale

«Esiste una sola medicina: quella che funziona. Tutte le altre sono placebo o sono “mode” e bisogna stare attenti a seguirle. Prima di tutto viene la medicina scientifica che si può associare ad altre terapie solo sotto controllo di un medico.  Alcune di queste non sono poi così innocue: ci sono stati episodi e mode in cui si beveva l’argento colloidale e dopo un po’ di mesi le persone diventavano blu come i puffi, uno stato patologico che non è reversibile e che non raccomanderei a nessuno…».


Fonte: Sanità Informazione