Scarlattina, la malattia esantematica provocata da batteri

Malattie esantematiche, la scarlattina: Cos’è e come si riconosce.

La scarlattina è l’unica malattia infettiva esantematica tipica dell’infanzia provocata da batteri. I sintomi della scarlattina compaiono in genere dopo 2-5 giorni dal contagio (febbre, cefalea, nausea, vomito, dolore alla gola), mentre dopo 12-48 ore compare il caratteristico esantema rosso scarlatto (da cui il nome scarlattina).

La scarlattina è una malattia infettiva esantematica caratteristica dell’età pediatrica, ma può colpire anche gli adulti. Le fasce più colpite sono quelle tra i 5 e gli 8 anni (scuola primaria) e tra i 18 e 20 anni. 

A differenza delle altre malattie esantematiche tipiche dell’infanzia, la scarlattina è l’unica provocata da batteri anziché da virus. L’agente responsabile è lo streptococcus pyogenes di gruppo A, che produce tossine eritrogeniche responsabili delle manifestazioni cliniche.

Non esiste un vaccino, ma può essere trattata efficacemente tramite la somministrazione di antibiotici.

Colpisce principalmente in autunno ed inverno e nel corso degli anni ha avuto un’incidenza sempre minore, probabilmente per l’uso di antibiotici cui lo streptococco è sensibile. Si trasmette per contatto diretto da malato o portatore sano, oppure attraverso materiali infetti. In assenza di un’adeguata terapia antibiotica, che azzera dopo 24-48 ore la contagiosità, il rischio di trasmettere l’infezione permane per tutta la durata della malattia.

Prima dell’avvento degli antibiotici, il tasso di mortalità nei soggetti colpiti da scarlattina era rilevante, oggi si è quasi totalmente azzerato. La prognosi è decisamente buona e con un’adeguata terapia, le complicanze sono piuttosto scarse. In rari casi, si possono avere febbre reumatica, reumatismo articolare, glomerulonefrite acuta e endocardite.

Poiché esistono diversi ceppi di Streptococco beta-emolitico di gruppo A, ci si può ammalare di scarlattina più volte.

Come avviene il contagio

Nella scarlattina, il contagio può essere:

  • diretto: attraverso le goccioline di saliva, che i malati emettono con la tosse, gli starnuti, i respiri o quando parlano;
  • indiretto: attraverso oggetti contaminati (per esempio, giocattoli, libri, indumenti, posate, bicchieri ecc.), grazie alla lunga capacità di sopravvivenza nell’ambiente, di cui gode lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A.

Segni e sintomi della scarlattina

In genere dopo 2-5 giorni dal contagio compaiono i primi sintomi: febbre, cefalea, nausea, vomito, dolore alla gola. Le tonsille sono ipertrofiche e, come sulla lingua, possono ricoprirsi di una patina biancastra. La lingua poi desquamandosi, diventa di colore rosso vivo con papille ipertrofiche così da ricordare la superficie di una fragola (lingua “a fragola”); la deglutizione è dolorosa.

Dopo 12-48 ore insorge un esantema rosso scarlatto (da cui il nome “scarlattina”), che inizia all’inguine, alle ascelle e al collo, per poi generalizzarsi, nell’arco di 24 ore, a tutto il corpo, caratterizzato dalla comparsa di puntini e chiazzette rosse molto vicine tra loro e leggermente in rilievo, che svaniscono al tatto. Anche il viso appare di colore rosso scarlatto, esclusa la zona del naso, della bocca e del mento che restano pallide.

L’esantema si attenua in 3-4 giorni lasciando il posto ad una desquamazione furfuracea diffusa, che, a partire dal volto, si dissemina fino agli arti e alle estremità (cioè mani e piedi); questa può durare parecchi giorni.

L’esantema non ha mai una natura pruriginosa. La guarigione completa dalla scarlattina richiede circa due settimane di tempo.

Diagnosi di scarlattina

La diagnosi si basa essenzialmente sull’osservazione clinica e sulla comparsa del caratteristico esantema, soprattutto nelle forme conclamate. Nelle forme più lievi possono esservi problemi di diagnosi differenziale con i diversi esantemi scarlattiniformi, per questo motivo potrebbe essere utile un esame colturale con il tampone faringeoIn alcuni casi alla diagnosi si può giungere tramite esami ematici:

  • l’emocromo, che rivelerà una notevole leucocitosi con neutrofilia (eccessivo aumento del numero dei neutrofili) e talvolta aumento degli eosinofili;
  • il titolo antistreptolisinico (TAS), cioè il dosaggio dell’antistreptolisina, un anticorpo che l’organismo produce per contrastare la streptolisina, una proteina ad azione emolitica che viene prodotta dagli streptococchi; la presenza di questa proteina indica una reazione di difesa dell’organismo e, conseguentemente, l’esistenza di un’infezione da streptococco (il titolo antistreptolisinico nel siero aumenta progressivamente nel corso di 2-3 settimane).

Terapia per trattare la scarlattina

La terapia per la scarlattina consiste nella somministrazione di antibiotici per circa 8-10 giorni attivi sull’infezione streptococcica (penicillina, amoxicillina, cefalosporina), antipiretici e un’adeguata idratazione. È consigliabile il riposo a letto, soprattutto fin quando il soggetto è febbricitante.

Scarlattina e profilassi

Non esiste un vaccino contro la scarlattina ed è difficile, nei bambini che frequentano le scuole materne, elementari e medie, adottare misure idonee. L’unico sistema per evitarla è quello di tenere lontano il bambino dalle persone già contagiate.

In famiglia, i genitori e gli altri eventuali figli, se non sono immuni alla malattia dovrebbero adottare misure precauzionali come: evitare il più possibile il contatto con gli indumenti e le posate utilizzate dal soggetto affetto dalla malattia. Molto importante è il lavaggio frequente e accurato delle mani.

La legge italiana prevede la riammissione a scuola dopo 2 giorni dall’inizio della terapia antibiotica.


Fonte: Nurse24.it