Immunoprofilassi antitetanica in emergenza

Tetano, tipologie e caratteristiche epidemiologiche

Il tetano è una grave malattia causata dalla tossina del Clostridium Tetani, le spore del quale entrano nel corpo umano solitamente attraverso ferite lacere contaminate da feci o terriccio e germinano in condizioni di anaerobiosi. Fondamentale nella prevenzione del tetano è la vaccinazione, obbligatoria, che consiste nella somministrazione intramuscolare di anatossina in tre dosi in un anno con richiami ogni 10 anni.

Il tetano è una grave malattia causata dalla tossina del Clostridium Tetani, le spore del quale entrano nel corpo umano solitamente attraverso ferite lacere contaminate da feci o terriccio e germinano in condizioni di anaerobiosi.

Le tossine prodotte entrano nel circolo ematico e linfatico e hanno come bersaglio il sistema nervoso, provocando una paralisi spastica che inizia classicamente da volto e collo per poi estendersi al tronco ed agli arti.

L’incidenza è di circa 1.000.000 di casi/anno nel mondo con mortalità pari attorno al 45%. Il lasso temporale che intercorre tra la contaminazione della ferita con le spore e lo sviluppo della sintomatologia varia solitamente dai 3 ai 21 giorni, anche se può andare da poche ore ad alcune settimane. Più il periodo di incubazione è breve, più grave è la sintomatologia e maggiore è il rischio di morte.

Nel tetano neonatale, spesso causato dalla recisione del cordone ombelicale con materiale contaminato, il periodo di incubazione, variando da 4 a 14 giorni, è di solito classicamente di 7.

La forma clinica più comune è il tetano generalizzato, che si ha in circaa l’80% dei casi e che si manifesta con contrattura muscolare dei masseteri, del collo, torace, addome ed arti, spesso associata a convulsioni e crisi epilettiche. È associato al 10-20% di mortalità.

Molto meno grave è il tetano localizzato, caratterizzato da spasmi in area vicine al sito di infezione, più frequentemente in soggetti parzialmente immunizzati.

La forma più rara è il tetano cefalico, che può progredire verso la forma generalizzata; è secondario a ferite della testa e del volto ed ha un periodo di incubazione molto breve, 1-2 giorni; caratteristicamente la paralisi che ne consegue è flaccida, pur potendo coesistere contrattura spastica della muscolatura mandibolare.

Vaccinazione antitetanica

Fondamentale nella prevenzione del tetano è la vaccinazione, obbligatoria, che consiste nella somministrazione intramuscolare di anatossina in tre dosi in un anno con richiami ogni 10 anni. In pazienti non correttamente vaccinati ed in presenza di ferite a rischio di contaminazione tetanica si possono somministrare immunoglobuline specifiche antitetaniche, estratte da plasma umano.

Allo scopo di evitare una non appropriata somministrazione delle Ig antitetano sono state create numerose linee guida delle quali l’ultima redatta dal Dipartimento di Emergenza/Urgenza della Ausl della Romagna nel mese di aprile 2018Questa supera le indicazioni del Ministero della Sanità che datano ormai oltre 20 anni per fare proprie le raccomandazioni emerse da un recentissimo (settembre 2017) position statement sulla gestione delle ferite traumatiche.

In sostanza:

  • Primo step: valutare il tipo di ferita e fornire una adeguata cura alla ferita stessa. Le ferite devono essere considerate sporche, quindi ad elevato rischio di tetano, se contaminate da terriccio, sporcizia, feci o saliva; sempre considerate contaminate le ferite penetranti, da fratture esposte, da avulsioni, schiacciamento o che contengano tessuto devitalizzato, quali ustioni o congelamento. Le ferite devono essere adeguatamente pulite, irrigate, disinfettate ed il materiale contaminante rimosso, così come quello necrotico.
  • Secondo step: valutare lo stato di immunizzazione del paziente. In base al tipo di ferita ed allo stato vaccinale si opterà per diversi atteggiamenti terapeutici nei riguardi della necessità di somministrare immunoprofilassi antitetanica attiva o passiva.

Fonte: Nurse24.it